L’oculista è un medico specializzato in oftalmologia che si occupa delle patologie dell’occhio e dell’apparato visivo: dalla loro prevenzione, alla diagnosi, alla terapia. Si occupa inoltre della misurazione della vista, della correzione dei vizi di refrazione e dei disturbi oculomotori. Egli inoltre può eseguire interventi chirurgici sul bulbo oculare e sui suoi annessi e può prescrivere lenti oftalmiche poi controllate e applicate dall’optometrista. L’Oculistica quindi è quella branca della medicina che si dedica alla prevenzione, diagnosi, terapia e chirurgia delle malattie oculari e della correzione dei vizi refrattivi.
Cenni storici sull'Oculistica
L’oculistica o oftalmologia è una delle discipline chirurgiche mediche più antiche conosciute. Le prime operazioni sugli occhi furono descritte già nel Codice di Hammurabi più di 3600 anni fa. All’epoca dell’antica Grecia iniziarono i primi studi sull’anatomia dell’occhio e le prime operazione di rimozione di cataratta. Successivamente nel Medioevo questo tipo di operazione venne ulteriormente perfezionata e attraverso un coltello speciale il cristallino opaco veniva spostato all’interno dell’occhio dentro la camera vitrea. Questa tecnica denominata “depressione della cataratta” non era esente da frequenti complicanze, soprattutto infettive, che a volte potevano causare lla morte del paziente. Inizialmente l’oculistica faceva parte della chirurgia e si è sviluppata pienamente solo nel corso del settecento. Nell’ottocento divenne materia autonoma. In Italia il primo insegnamento di oculistica risale a Michele Troja a Napoli nel 1779; mentre il primo reparto di Clinica Oculistica risale al 1815 e fu inaugurato presso l’Università di Napoli. Le prime cliniche europee iniziarono all’inizio del XIX secolo a Erfurt e Budapest. A Georg Joseph Beer spetta invece la prima cattedra di oftalmologia che nel 1818 era diventato ordinario di oculistica a Vienna. I principali studi sull’anatomia del bulbo oculare risalgono tra il XVI ed il XVII secolo con Girolamo Fabrici d’Acquapendente, Marcello Malpighi e Giovan Battista Morgagni; mentre quelli sulla fisiologia del sistema visivo risalgono a Cartesio e Thomas Young. Successivamente dal XIX secolo si riuscirono a scoprire nel dettaglio particolari strutture oculari grazie all’avvento del microscopio ottico. Per quanto riguarda la diagnosi, l’introduzione dell’oftalmoscopio da parte di Hermann von Helmholtz nel 1851 e del perimetro da parte di Richard Förster contribuirono significativamente nel progresso dell’oftalmologia. Negli ultimi decenni i progressi principali in campo diagnostico e terapeutico sono stati raggiunti attraverso l’introduzione della tomografia ottica a luce coerente (OCT) soprattutto per quanto riguarda lo studio della retina e delle fibre del nervo ottico e le metodiche computerizzate per lo studio del campo visivo.Formazione e società scientifiche Oftalmologiche
Per l’ottenimento del titolo di medico chirurgo specialista in oculistica, in Italia è previsto il conseguimento della laurea in Medicina e Chirurgia della durata di sei anni e successivamente la specializzazione in oftalmologia della durata di quattro anni. L’oculista può svolgere attività libero professionale, attività di reparto in cliniche oculistiche convenzionate con il sistema sanitario nazionale, oppure in reparti oculistici pubblici. Spesso lo stesso oculista, dato il gran numero di patologie dell’apparato visivo, decide per una branca specifica dell’oftalmologia (strabismo, uveiti, retina, oftalmologia pediatrica, cornea, neuro-oftalmologia, chirurgia palpabrale ecc). La società italiana di oftalmologia di riferimento è la SOI (Società oftalmologica italiana) , fondata nel 1869. Dal 2010 è stata costituita l’AIMO (Associazione italiana medici oculisti) che riunisce oculisti e medici specializzandi in oculistica di qualsiasi categoria in Italia che esercitano la loro professione nel territorio nazionale. A livello europeo vi è la European Society of Ophtalmology (SOE) e quella americana è l’American Academy of Ophtalmology (AAO).Dr. Giuseppe Parrinello
medico di medicina generale