La visita oculistica viene effettuata dal medico specialista in oftalmologia e consiste nella valutazione dello stato di salute degli occhi, misurando l’acutezza visiva di una persona, ovvero la capacità di mettere a fuoco e distinguere gli oggetti attraverso l’utilizzo di una serie di test.
In cosa consiste una visita oculistica
La visita oculistica si svolge inizialmente con un esame esterno degli occhi che consiste nell’ispezione delle palpebre e dei tessuti circostanti, dello spazio interpalpebrale e del bulbo oculare. Si può eseguire la palpazione del margine orbitario, mentre le congiuntive, la sclera, la cornea e l’iride si ispezionano chiedendo al paziente di guardare in alto ed in basso attraverso l’uso di una fonte di luce esterna intensa ed un biomicroscopio per l’osservazione dei dettagli.
In seguito si procede all’esame dell’acutezza visiva misurata mediante degli ottotipi, ovvero tavole con lettere e/o simboli con grandezza progressivamente decrescente. L’ottotipo va posizionato ad una distanza minima di tre metri. Secondo gli standard viene considerata normale una acuità visiva di 10/10 (Monoyer), 20/20 (Snellen), 1.0 (Decimale) o 0.0 (LogMar): valore che si ottiene quando l’angolo minimo che si apprezza da tre metri è un primo. La misurazione dell’ acuità visiva viene effettuata sia al “naturale” senza correzione con lenti e sia con correzione; distinguendo così un visus naturale ed uno corretto.
Successivamente si procede con l’esame per la funzionalità pupillare che consiste nell’osservazione delle pupille, delle loro dimensioni e della loro forma e la loro reattività alla luce (riflessi fotomotori).
Poi viene testata la motilità oculare, soprattutto nei bambini o quando i pazienti lamentano visione doppia o nel caso di sospetto di patologie neurologiche. Inizialmente si valutano visivamente gli occhi e le possibili deviazioni che potrebbero avere in base a disfunzioni dei muscoli extraoculari o in seguito a paralisi dei nervi cranici che li innervano. Lo specialista dopo fa seguire il suo dito con lo sguardo del paziente tracciando una immaginaria “doppia H” che valuta gli otto campi di sguardo. In questo modo egli valuta la funzionalità dei muscoli estrinseci (muscoli retti inferiori, superiori, mediali, laterali, muscoli obliqui superiori e inferiori).
Successivamente si procede con la misurazione della pressione intraoculare misurata attraverso dispositivi chiamati tonometri che misurano il deflusso dell’umore acqueo e la sua resistenza al deflusso che sono alla base del mantenimento del tono oculare.
Infine si esegue l’esame del fondo oculare che consiste nell’osservazione ingrandita delle strutture interne dell’occhio collocate posteriormente ad iride e cristallino (corpo vitreo, retina, papilla ottica). Viene eseguito attraverso l’utilizzo di uno oftalmoscopio o con una lampada a fessura e lenti specifiche per la messa a fuoco dell’immagine. Attraverso questo esame si osservano eventuali maculopatie (patologie della porzione centrale della retina che coinvolge la macula), patologie vascolari retiniche, distacco di vitreo, emorragie vitreali, distacco di retina, neuropatie ottiche anteriori, edema della papilla ottica, glaucoma.
Al termine della visita il medico specialista oculista emette una diagnosi e stabilisce la terapia più opportuna per il caso in questione che va da una semplice prescrizione di occhiali, ad una prescrizione di farmaci (colliri e/o compresse) fino alla proposta di una soluzione chirurgica.
Fonti e apporfondimenti:
Linee guida della visita oculistica

Fonti e apporfondimenti:
Linee guida della visita oculistica
Dr. Giuseppe Parrinello
medico di medicina generale