Cenni storici sulla Neurochirurgia
La storia della Neurochirurgia segue in parallelo la storia della Neurologia. Da sempre si è cercato di intervenire sulle malattie con approcci medici, quali rimedi, erbe, diete con lo scopo di ripristinare l’equilibrio degli umori, e interventistici, cercando di rimuovere la causa del “malore”, non prima di aver sedato (oggi diremmo anestetizzato) il paziente con alcoli e droghe.Già nella Grecia antica erano stati descritti rudimentali interventi chirurgici da praticare al cranio del paziente in presenza di particolari condizioni morbose. Al giorno d’oggi l’archeologia ha portato alla luce resti di crani, provenienti da diversi periodi storici, che presentano segni dell’opera medica dell’uomo. I reliquati più frequentemente rinvenuti sono fori sulla volta cranica, residuo di un intervento chiamato craniotomia, probabilmente date le elementari conoscenze dell’epoca tale intervento veniva considerato come una panacea per le malattie la cui causa veniva ricondotta al cervello. Al giorno d’oggi sarebbe impensabile praticare un solo tipo di intervento per tutte le malattie, considerando il bagaglio di conoscenze acquisito nei secoli. Come per molti ambiti scientifici il Rinascimento segnò un importante progresso per la neuroanatomia, grazie al “De humani corporis fabrica” di Andrea Vesalio. Nel ‘700 Thomas Willis perfezionò gli studi sulla neuroanatomia e fu uno dei primi ad usare il termine Neurologia, descrivendone inoltre numerosi disturbi clinici. Data la difficoltà rappresentata dalle infezioni, dalla assenza di radiologia clinica, dalle modalità di accesso al cranio, la storia della Neurochirurgia moderna inizia nel primo ‘900 con gli studi, le novità e il successo terapeutico delle procedure interventistiche.
William McEwen e Victor Horsley furono tra i primi ad effettuare interventi con scopo curativo e con duratura sopravvivenza del paziente nel postoperatorio. Negli stessi anni si rivelarono determinanti le novità sperimentate dal Neurochirurgo Harvey Cushing, il cui contributo, oltre a modernizzare tecniche chirurgiche, fu fondamentale per la scoperta dell’eziologia alla base di diversi disturbi clinici ad oggi curabili.
Nella seconda meta del ‘900 le nuove scoperte scientifiche in campo di farmacologia, radiologia, ingegneria e robotica hanno cominciato ad essere applicate alla medicina, determinando numerosi passi avanti per quanto riguarda la diagnosi e la terapia interventistica Neurochirurgica; migliorando l’approccio terapeutico al paziente con promettenti risultati sulla prognosi sia in termini di sopravvivenza che di qualità di vita.
Formazione e società scientifiche in Neurochirurgia
Per ottenere il titolo di medico chirurgo specialista in Neurochirurgia, in Italia è previsto il conseguimento della Laurea in Medicina e Chirurgia, della durata di 6 anni, e la Specializzazione in Neurochirurgia, materia di insegnamento chirurgico, della durata di 5 anni. Discipline afferenti alla Neurochirurgia sono: la Neurologia, la Neuroradiologia, la Neuroradiologia Interventistica, la Radioterapia, la Neurorianmazione. Le principali società scientifiche di riferimento in Neurochirurgia sono:in Italia la Società Italiana di Neurochirurgia (SINch), in Europa la European Association of Neurosurgical Societies (EANS) e la European Society for Pediatric Neurosurgery (ESPN) e in America la American Association of Neurological Surgeons (AANS) e la Neurosurgical Society of America (NSA)
Dr. Francesco Tafuri - Medico Chirurgo
Revisionato da
Dr. Emanuele Urbani
medico di medicina generale