L’esame del campo visivo computerizzato è un esame diagnostico usato in oculistica o in neurologia che serve a valutare la presenza di alterazioni della sensibilità retinica o alterazioni a carico del nervo ottico.
In cosa consiste l’esame del campo visivo computerizzato
Al paziente viene richiesto di appoggiare mento e fronte su un apposito supporto posizionato di fronte ad una cupola illuminata. L’esame viene eseguito un occhio alla volta, occludendo al paziente prima l’occhio sinistro e poi l’occhio destro. In seguito si chiede al paziente di mantenere lo sguardo fisso su quattro mire luminose di colore verde che compaiono dritte davanti a lui. Le luci fungono da mire di fissazione e devono essere fissate per tutta la durata dell’esame. Successivamente il paziente deve segnalare la presenza di altri spot luminosi con differente dimensioni e luminosità all’interno della cupola. Questi spot possono possono presentarsi sia vicino alle mire di fissazione che in periferia della cupola. Per segnalarne la presenza il paziente dovrà premere di volta in volta un pulsante che gli verrà consegnato all’inizio dell’esame.
A cosa serve l’esame del campo visivo computerizzato
L’esame del campo visivo computerizzato è fondamentale nella diagnosi, trattamento e prognosi del glaucoma e in tutte le malattie del nervo ottico. Solitamente viene richiesto dallo specialista in seguito alla presenza di un alterato valore della pressione intraoculare. L’esame trova la sua utilità anche per alcune patologie retiniche ed è un esame che ci fornisce informazioni sulla sensibilità dell’occhio alla luce. Inoltre può essere utile in ambito neurologico per valutare eventuali danni alle vie ottiche retrobulbari, chiasmatiche, retrochiasmatiche fino alla corteccia visiva. Viene richiesto in caso di patologie ischemiche, oncologiche, traumatiche o neurologiche di vario tipo.
Fonti e apporfondimenti:
Linee guida della perimetria computerizzata
Dr. Giuseppe Parrinello
medico di medicina generale