L’esame citologico nasale ha lo scopo di identificare le alterazioni microscopiche che accompagnano le patologie nasali mediante lo studio di un campione di cellule. Rappresenta una metodica diagnostica di recente introduzione.
In cosa consiste l’esame citologico nasale
Il prelievo cellulare viene effettuato mediante uno scraper sterile che viene introdotto all’interno della fossa nasale. Dopo il prelievo, il materiale raccolto viene trasferito sopra un vetrino portaoggetto, disteso, fissato e quindi colorato. Per quest’ultimo passaggio viene utilizzata la colorazione di May-Grunwald-Giemsa che ha il vantaggio di colorare in modo differente le diverse cellule che comunemente si riscontrano nella mucosa nasale. Così, per esempio, un granulocita eosinofilo (cellula implicata nella genesi della risposta allergica, e quindi presente nei soggetti con riniti allergiche) assumerà una colorazione arancione, mentre un batterio assumerà una colorazione più scura. Una volta che il vetrino sarà stato fissato e colorato si potrà, quindi, procedere all’esame citologico vero e proprio. A tal fine vengono impiegati potenti microscopici ottici con ingrandimenti fino a 1000x.
A cosa serve l’esame citologico nasale
L’esame citologico nasale consente, non solo un’analisi accurata delle caratteristiche della popolazione cellulare presente sul vetrino, ma anche della morfologia stessa delle cellule permettendo così al clinico di inquadrare in modo più preciso le diverse rinopatie. L’esame citologico nasale è un esame indolore (viene comunemente eseguito anche nei bambini), di rapida esecuzione e si è rilevato molto utile nell’inquadramento delle patologie nasali infettive e allergiche, e in tutti i casi di ostruzione respiratoria nasale cronica.