La Videodermatoscopia del cuoio capelluto è un esame che consente l'osservazione attraverso uno strumento ottico (microscopio) dello stato di salute e delle eventuali anomalie del cuoio capelluto e capelli.
In cosa consiste la Videodermatoscopia del cuoio capelluto
Si tratta di un esame rapido e non invasivo, eseguito in sede ambulatoriale da parte di uno specialista Dermatologo, per analizzare la salute del cuoio capelluto dei pazienti in modo più approfondito (consente di visualizzare il cuoio capelluto a ingrandimenti molto elevati) rispetto ad una semplice osservazione clinica dello stesso. La Videodermatoscopia è detta computerizzata quando il microscopio necessario per l’esame del cuoio capelluto è collegato a un video attraverso una telecamera che riprende e registra tutte le fasi dell’esame. Si tratta di una metodica molto utile perché la registrazione delle immagini consente e facilita il confronto dei possibili cambiamenti nella cute del paziente tra una visita e l’altra, anche a distanza di tempo. Dopo l’analisi del cuoio capelluto, il dermatologo analizza vari aspetti del capello: diametro, densità follicolare, spessore della fibra.
A cosa serve la Videodermatoscopia del cuoio capelluto
La Videodermatoscopia era già in uso per altre finalità in ambito dermatologico (per esempio per la mappatura dei nei e l’osservazione delle lesioni cancerose). Essa permette di visualizzare il cuoio capelluto e i capelli a livelli di ingrandimento tali da valutare un’ampia serie di parametri, non soltanto quantitativi (densità, distanza tra un capello e l’altro) ma anche qualitativi (spessore della fibra, caratteristiche di lucentezza). In questo modo, con l’ausilio di un software che integra questi dati, è possibile esprimere un giudizio più analitico e completo delle condizioni del singolo individuo e studiarne l’evoluzione, valutando parallelamente l’efficacia degli eventuali provvedimenti intrapresi. I segni dermatoscopici osservabili a livello del cuoio capelluto includono alterazioni vascolari, alterazioni di colore della cute e alterazioni del fusto dei capelli.
Viene usato dal dermatologo per analizzare la salute del cuoio capelluto nei pazienti che presentano problemi di calvizie o alopecia: ad eccezione dell’alopecia androgenetica, che ha origine ereditaria, le altre forme di alopecia e calvizie sono spesso causate da psoriasi, dermatite o altre patologie dermatologiche.
Consente una maggior accuratezza diagnostica dell’alopecia rispetto al classico tricogramma, basato sul semplice calcolo numerico del rapporto dei capelli nelle varie fasi del loro ciclo di crescita.
È tipica l’alterazione dei capillari delle papille dermiche nei pazienti con psoriasi del cuoio capelluto, che mostrano dilatazioni e tortuosità caratteristiche. I follicoli piliferi delle aree androgeno dipendenti di pazienti con alopecia androgenetica mostrano spesso le cosiddette “depressioni peripilari”, che sono indice di infiammazione perifollicolare. Nell’alopecia androgenetica è altrettanto tipico osservare una variabilità del diametro dei fusti, criterio diagnostico importante nelle forme iniziali della malattia. La pigmentazione cutanea è alterata nei pazienti con alopecia severe in quanto mostra segni di danno solare. Le alterazioni del fusto sono molto facilmente studiabili ed evidenziabili.
Un altro risvolto importante della Videodermatoscopia è il miglioramento della differenziazione tra i vari quadri di alopecia, che a un esame superficiale potrebbero sembrare del tutto simili, e la caratterizzazione addirittura di nuove forme, come l’alopecia areata incognita, in cui la caduta dei capelli è sporadica e non a chiazze, come si osserva invece nell’alopecia areata.
Grazie alla Videodermatoscopia, tra l’altro, è stata identificata negli ultimi due anni una nuova fase del ciclo del capello, denominata “kenogen”, essa è caratterizzata da un follicolo che rimane vuoto tra la caduta del capello e la successiva ricrescita di quest’ultimo. La riduzione di densità dei capelli, in alcuni casi, può quindi dipendere dall’accentuazione di follicoli temporaneamente vuoti. Il massaggio in questo caso può migliorare il problema, abbreviando la permanenza in fase kenogen.
- Linee guida SIDeMaST per la refertazione in dermoscopia:
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