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La Gonartrosi

Patologia dell’articolazione del ginocchio cronico-degenerativa

17/9/2016

Cos’è la Gonartrosi

La gonartrosi anche detta artrosi al ginocchio è una malattia dell’articolazione che pregiudica in modo cronico e degenerativo le strutture anatomiche da cui è composto. In particolare le cartilagini che rivestono i condili femorali e i piatti tibiali subiscono un costante e lento processo di usura, determinato da un’eccessiva pressione esercitata dal corpo. Questa continua sollecitazione provoca nel tempo il deterioramento delle cartilagini stesse, assottigliandone lo spessore e portando all’esposizione le ossa dei capi articolari. Non avendo più protezione il tessuto osseo si addensa e tende a formare dell’escrescenze appuntite denominati osteofiti. Tutto ciò determina nell’articolazione un processo infiammatorio con conseguente raccolta di liquido, che a volte può generare a causa della eccessiva pressione la cosiddetta cisti di Baker (raccolta fluida palpabile nell'incavo del ginocchio).

Quali sono le cause della Gonartrosi

Di seguito segnaliamo i fattori che pare favoriscano  la progressione dell’artrosi  del ginocchio:
Traumi: i postumi di fratture articolari a livello del ginocchio sono tra le cause più comuni, pare possano essere all’origine della patologia degenerativa;
Asportazione del menisco e pratica di taluni sport;
Obesità: in particolare pare che le  donne obese vengano maggiormente colpite dall’artrosi al ginocchio;
Deviazione dell’asse;
Senilità;
Sovraccarico funzionale: può acquisire una notevole importanza nel caso in cui il paziente svolga un’attività ripetuta che comporta microtraumi;
Fattore vascolare: è ipotizzabile che influisca la stasi venosa (insufficienza venosa), dato che nel 20-40% dei pazienti colpiti da gonartrosi presentano varici agli arti inferiori;
Fattore endocrino: considerando la frequenza con cui viene maggiormente colpito il sesso femminile, soprattutto con la comparsa della menopausa si ipotizza il coinvolgimento degli ormoni ovarici;
Ereditarietà: il fattore genetico certamente influenza, può svilupparsi in maniera diretta e in questo caso incide sulla composizione della SFA (sostanza fondamentale amorfa) o sulla qualità della cartilagine articolare oppure in maniera indiretta (obesità).

Quali sono i sintomi della Gonartrosi

I pazienti colpiti da gonartrosi riferiscono come principale sintomo il dolore (nel  deambulare,  nel  salire o scendere le scale). In una prima fase il riposo allevia il dolore, con la progressione della patologia compare anche in questa condizione tanto da disturbare il sonno e a condizionare le abitudini di vita. Di norma il paziente tende a non sovraccaricare l’arto dolente determinando una zoppia. Un altro sintomo è il versamento articolare che con l’aumento del liquido sinoviale causa una tumefazione del ginocchio. Il liquido sinoviale è prodotto dalla membrana sinoviale che copre l’articolazione e normalmente lubrifica il ginocchio. Nei pazienti affetti da gonartrosi vi è un eccesso di produzione di questo liquido dovuto al processo flogistico in atto. Questo eccesso di liquido pone il ginocchio in tensione causando un aggravamento del dolore. A volte può accadere che il liquido tenda a trovare sfogo posteriormente nel cavo popliteo formando una tumefazione chiamata cisti di Baker. Quest’ultima può essere dolorosa tanto da spingere il paziente a rivolgersi allo specialista ortopedico. Un ulteriore sintomo della gonartrosi è certamente la limitazione funzionale (ridotta capacità di movimento) fino a claudicare, causata dall’ossificazione delle cartilagini e alla riduzione degli spazi articolari, che coinvolge il 20% dei pazienti. Infine ci sono le contratture muscolari attorno all’articolazione. Tutto ciò comporta nel paziente una tendenza a mantenere in adduzione la gamba cercando di appoggiarla il meno possibile rendendo difficoltosa la deambulazione con conseguente andatura claudicante. È chiaro quindi, che la gonartrosi può portare all’immobilità.

Come si diagnostica la Gonartrosi

Per diagnosticare la gonartrosi basta fare una radiografia in carico (vale a dire con il paziente in posizione eretta in modo che sia visibile la riduzione della rima articolare). La radiografia in carico nelle 2 posizioni standard (anteroposteriore e laterale) consentono di rilevare i quattro segni radiologici basilari dell’artrosi e cioè addensamento dell’osso subcondrale, restringimento della rima articolare, osteofiti e geodi (ossia cavitazioni dell’osso molto più infrequenti nel ginocchio che nell’anca.

Come si cura la Gonartrosi

Il  trattamento farmacologico  è rappresentato dagli antinfiammatori/antidolorifici, ma non è risolutivo, sarebbe meglio utilizzarlo ciclicamente e non in modo continuativo nei pazienti non operabili o comunque poco sintomatici, per attenuarne i disturbi. Al momento esistono anche i condroprotettori (integratori dedicati  a base di condroitinsolfato e glucosamina e composti simili) che pare abbiano la capacità di frenare la degenerazione, ma per i quali non ci sono studi adeguati a confermare questa teoria.
L’infiltrazione cortisonica, è un ottimo mezzo per risolvere in maniera rapida, tramite inoculazione locale, un processo flogistico che talvolta si sovrappone all’artrosi al ginocchio. È consigliabile però somministrare i cortisonici con prudenza nei pazienti per i quali è previsto un intervento chirurgico poiché possono danneggiare ulteriormente le strutture nobili intrarticolari (cartilagini, legamenti  e menischi). 
L’infiltrazione di acido ialuronico  è raccomandabile in particolare nelle forme iniziali. Il fine è quello di migliorare la lubrificazione del ginocchio. È una tecnica che viene praticata dallo specialista. Un ciclo prevede dalle due alle quattro inoculazioni con una frequenza stabilita in funzione del dosaggio impiegato.
È possibile, sempre nelle forme iniziali ed in presenza di una deviazione assiale rilevante, eseguire l’osteotomia ( intervento correttivo) che consente in particolare in pazienti abbastanza giovani, il rallentamento del deterioramento articolare , posticipando o addirittura scongiurando la sostituzione protesica del ginocchio.
Alla luce di quanto detto, è chiaro quindi che la miglior arma rimane la chirurgia con gli interventi di protesi al ginocchio (monocompartimentale o totale a seconda della diagnosi), ad ogni modo, a causa dell’invasività dell’operazione e al possibile deterioramento degli impianti stessi, è consigliabile nelle forme più avanzate e quando vi è un effettivo peggioramento della qualità della vita. 
Proprio per la conformazione del ginocchio, va anche detto che nei casi di gonartrosi le terapie fisiche (ultrasuoni, elettroforesi e laser)  appaiono poco incisive. È chiaro che tutte le attività fisiche in carico (sport di contatto, jogging) sono da evitare. Diversamente sia un equilibrato esercizio fisico in assenza di carico (bicicletta, nuoto) sia  la riduzione del peso soprattutto nei soggetti obesi consentiranno di mantenere una migliore mobilità allontanando la comparsa di rigidità.

Fonti e approfondimenti:
Linee guida dell'osteoartrosi

Revisionato da
Dr. Emanuele Urbani
medico di medicina generale

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