La curiosità intellettuale e scientifica ha sempre contraddistinto il mio stile di vita e di lavoro, unita alla considerazione che il paziente, qualsiasi esso sia, costituisce un universo a sé, affascinante e al tempo stesso terribilmente complesso e quasi sempre “chiuso”: aprire questo scrigno può riservare sorprese, a volte anche spiacevoli, ma sempre fonte di esperienza.
La curiosità intellettuale e scientifica ha sempre contraddistinto il mio stile di vita e di lavoro, unita alla considerazione che il paziente, qualsiasi esso sia, costituisce un universo a sé, affascinante e al tempo stesso terribilmente complesso e quasi sempre “chiuso”: aprire questo scrigno può riservare sorprese, a volte anche spiacevoli, ma sempre fonte di esperienza.
La medicina intesa come scoperta e sfida intellettuale oltre che ricerca del sapere e aiuto alla persona. La burocrazia e l'organizzazione? Strumenti utili e necessari soprattutto in ambito pubblico: nell'ospedale e nell'ambulatorio. Anni e anni di lavoro nelle corsie, nelle sale chirurgiche e nei laboratori, nelle sale d'attesa, nei pronto soccorso e nelle radiologie mi hanno detto che senza protocolli e regole non è possibile gestire la massa delle richieste e dei bisogni che, spesso in urgenza, vanno esauditi.
Ma non è tutto. La medicina è anche scienza dell'umano, fatto di sfumature psicologiche, di vissuti esitenziali, di segreti dell'anima, elementi questi che tutti, tutti possono avere un valore diagnostico e terapeutico.
Se il caso lo merita (e questa è la grande discriminante che un professionista esperto deve valutare per prima e il tempo lo consente) essi vanno utilizzati soprattutto nella fase di inquadramento clinico anamnestico al pari dei riscontri degli accertamenti e degli “esami”.
E tutto questo può avvenire solo con la curiosità, la voglia di capire anche il perchè di un sintomo, di un riscontro ematochimico o radiologico, non fermandosi unicamente alla sua registrazione.
Fin dagli esordi della mia carriera di medico ospedaliero ( e prima di studente; mi sono laureato nel 1974, a soli 24 anni a Milano, dove incontrai i miei primi grandi maestri) e poi da specialista a Pavia, non ho mai considerato la “specializzazione” come una meta ma un mezzo per sapere e conoscere di più, in una visione olistica che mi permettesse di arrivare ad una diagnosi più precisa e dettagliata