La nostra “missione” consiste nel portare sollievo e conforto a persone in situazioni di crisi e dare aiuto medico, psicologico e operativo per il ritorno alla normalità.
Il servizio di assistenza e conforto alla persona in situazione di crisi, di qualsivoglia origine, si realizza applicando sia le dottrine della medicina “ufficiale” che quelle della “complementare” in una visione “olistica” cioè nell’ interezza del soggetto, nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell’individuo, tenendo conto dei valori etici, religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona.
Pier Luigi Simari nasce a Messina ( Sicilia, Italia) da genitori napoletani, nell’alloggio di servizio essendo il padre allora direttore della Bibilioteca Nazionale di Messina,
il 21 Giugno 1954 alle ore 5. I primi tre anni li passa a Messina, segue trasferimento verso Napoli all età di tre anni. Nel 1959 il padre va negli Stati Uniti, prima New York per sei mesi e poi a Berkely in CA. Nel 1978 Si laurea e dopo l’esame di stato entra nell’ordine dei medici di Roma.
Le prime esperienze da medico sono quelle da medico del turista in terra romana.
Un farmacista, esperto di omeopatia gli trasmette la passione, l’approccio omeopatico, inizia con dei corsi specifici sull’ argomento nell’1980.
1979- 1982: frequenta il Circolo di studi Antroposofici di Roma.
1981 – Specializzazione nelle malattie del fegato
1981982: Servizio Militare
1983984: 8 mesi in Germania per imparare il tedesco.
03/02/1984 – Matrimonio con **** – tuttora felice.
1984 Inizio periodo Altoadige/Suedtirol; fino a tutto il 1989 a Bolzano
1991- adesso: Salorno ( Sud dell’ Altoadige/Suedtirol)
Ha lavorato come medico di medicina generale convenzionato ASL dal 29 Gennaio 1991 al 31 Luglio 2015 a Salorno. Attualmente lavora come medico libero professionista, sta approfondendo tematiche come omeopatia, osteopatia, alimentazione e nutrizione al di fuori degli schemi. La sua tesi è che non è sempre la scienza a porre le basi per l’alimentazione ma spesso sono le tradizioni a obbligare gli scenziati a giustificare il modo di alimentarci.